24 marzo 2014

Nuovo studio Antropo-Astrologico. Sesta parte.

Oggi parlerò del funzionalismo, ossia quella prospettiva di pensiero che ha a che fare con le azioni tra individui, come la società imponga dei limiti a queste azioni, e come la società e la cultura siano in grado di soddisfare i bisogni individuali. Insomma, quale sia la funzione della società. Una variante del funzionalismo è lo struttural-funzionalismo che pone attenzione in particolar modo sulla posizione dell'individuo all'interno della gerarchia e struttura sociale. Questa scuola di pensiero fa capo a Redcliffe Brown che sosteneva come la società fosse strutturata sistematicamente. Le strutture stesse potevano esser materia dei sociologi, mentre lui era interessato più che altro alle trasformazioni della società stessa. Come dire che ci sia chi è interessato alla continua trasformazione della struttura astrologica, e chi invece alle diverse strutture in se per se. 

Herbert Spencer ancora influenzato dal Darwinismo, ipotizzava la società alla stessa stregua dei processi biologici, e immaginava che anch'essa potesse affrontare delle tappe che fossero descritte da stadi come l'infanzia, la pubertà, la maturità. Fondamentalmente anche nell'astrologia possiamo vedere un percorso evoluzionistico e paragonarlo ai processi biologici umani: potremmo vedere la fase di pubertà in questo periodo storico, dove, alle "infantili" superstizioni medioevali" sono seguite le "capricciose" e instabili varietà di idee dell'epoca moderna, non del tutto lontane da quell'approccio, che io definisco "ingenuo".
Pur negando l'evoluzionismo, Sia Durkheim che Redcliffe Brown, immaginavano la società come un insieme di cellule alla stessa maniera di quelle che costituiscono il corpo umano se messe insieme. In questo modo, la famiglia, la parentela, la religione, l'economia e la politica, non erano altro che strutture interagenti che prese tutte insieme formano la società. Per fare un esempio, tra le istituzioni sociali, il matrimonio (che ha che fare con un sistema di parentela) può avere aspetti religiosi, politici ed economici. Questo per spiegare che ogni istituzione sociale può integrarsi con altre, diventando così FUNZIONALE alla struttura della società. Il matrimonio dunque struttura la società, in conclusione.  

Sempre sul tema della strutturazione della società, Malinowski era in linea con il pensiero di Redcliffe Brown, ma per evitare di impelagarsi in astrazioni teoriche, preferiva compiere gli studi sul campo a diretto contatto con i popoli da studiare. In "Argonauti del pacifico" scrive delle relazioni tra padre e figlio, per mettere alla prova le teorie Freudiane. Il padre, per i Trobriandesi, (popolazioni a nord dell'Australia, in Nuova Guinea) è una figura di grande indulgenza, non un autorità come osservava Freud. Piuttosto è lo zio materno che è una figura autorevole. Freud aveva un po' troppo generalizzato. In questo modo, ignorando la paternità bilogica, il ruolo sociale che il padre esercita, è completamente diverso da altre culture basate sulla patrilinearità. 

Il Funzionalismo di Malinowski deriva dall'influenza di Rivers che pose le basi per la raccolta dei dati di indagine e inventò il metodo genealogico basato sulle terminologie di parentela. Egli rifiuta il punto di vista storico evolutivo di Taylor e invece pone enfasi sulla funzione che le varie cellule della società svolgono interagendo tra loro. In questi termini, svanisce l'idea di un percorso obbligato per tutte le società, perché esistono più culture diverse indipendenti; come appunto quelle basate sulla matrilinearità.
Vediamo insieme, e nello specifico, quali sono le regole per un'indagine accurata dell'etnografo e cerchiamo di tracciare dei parallelismi con l'astrologia.

1) L'etnografo deve allontanarsi dai suoi simili per vivere tra le persone del posto. Allo stesso modo, lo studioso del fenomeno astrologico dovrebbe allontanarsi dalla sua personale visione dell'astrologia per risultare più imparziale.
2) L'etnografo deve risedere per il maggior tempo possibile all'interno del villaggio da studiare, in maniera tale che così possa raccogliere il maggior numero di informazioni utili alla sua ricerca. Allo stesso modo, l'astrologo desideroso di studiare altri orientamenti astrologici diversi dal suo, dovrebbe capire che non è sufficiente la lettura dei testi, ma è necessaria una partecipazione attiva con una figura guida che possa far comprendere meglio quei concetti che possono essere travisati e male interpretati (per questo motivo critico aspramente la formazione autodidatta in astrologia). Presuntuoso è colui che pensa di poter cogliere il senso di una scuola o le affermazioni di alcuni caposcuola leggendo solo dei libri. Ritengo ciò di una ingenuità sconvolgente.
3) L'etnografo deve porsi obiettivi scientifici. Anche questo punto è degno di considerazione perché in astrologia, l'obiettivo scientifico è spesso rimosso a favore di un obiettivo empatico. In sostanza, non conta più l'attendibilità di una previsione o di una analisi astrologica, quanto invece il rapporto che si instaura con il consultante che dovrebbe essere rassicurato, secondo il presupposto che, al di la di tutto, quel che conta è avere un atteggiamento spirituale positivo, tale da fronteggiare qualsiasi ostacolo. 
4) L'etnografo deve applicare metodi particolari e raccogliere i dati. Ovvio che se in astrologia impera la tendenza poc'anzi descritta, non avrà senso né applicare rigidi protocolli e né raccogliere i dati.
Con domande mirate sulla tecnologia e genealogia, ma vivendo all'interno del gruppo, è possibile comprendere meglio la tribù indigena, stando alle considerazioni di Malinowski. 
Non solo lo scheletro della società, man anche la sua carne e il suo sangue, è possibile cogliere, attraverso un approfondimento. Ecco, potremmo dire che l'autodidatta in astrologia può solo comprendere lo scheletro delle materie che studia. In questo discorso includo anche me quando analizzo e giudico orientamenti astrologici diversi dal mio, ben consapevole che non è mio interesse approfondire ciò che meriterebbe anni e anni di studio e quindi la ridefinizione delle mie priorità. 
Secondo la prospettiva malinowskiana, occorre in effetti avere una visione olistica dei dati raccolti, visto che l'indagine su una precisa struttura della società (come per esempio quella del matrimonio o della parentela in generale) di riflesso riguarda anche altri aspetti sociali, sempre per il motivo che ogni cellula sociale interagisce con altre in sinergia per connettere le singole parti alla totalità per considerare l'oggetto di indagine da un punto di vista globale. Ovviamente, il metodo partecipante, è fondamentale per ottenere i dati che interessa analizzare.

E' possibile un approccio empatico alle diverse astrologie? No se l'oggetto di studio è sull'astrologia. Bisognerebbe studiare l'aspetto sociale e culturale della materia per poter cogliere, (sin dove è possibile, oltre la superficie dello studio del testo) le differenze e le similitudini delle diverse astrologie. In questi termini si perde di vista l'aspetto pratico. 
E' chiaro, e lo ribadisco ancora una volta, che l'aspetto partecipativo, interattivo, all'interno del proprio percorso astrologico (sia che esso  abbia a che fare con una scuola di pensiero in particolare e sia che abbia a che fare con più orientamenti) è di fondamentale importanza, direi essere condizione necessaria a una comprensione profonda della materia, se al contempo viene applicato un protocollo di raccolta di dati che a sua volta deve essere definito attraverso la conoscenza delle materie che sono proprie della ricerca stessa. Dunque, statistica, comparatistica e non per ultima la conoscenza dell'epistemologia, materia quasi del tutto sconosciuta all'astrologo che si improvvisa e che concepisce la materia astrologica più come una poesia che come un complesso di elementi da analizzare e sintetizzare (sia con gli strumenti della ragione e sia con una sufficiente dose di intuizione).
All'epoca di Malinowski, nei primi del '900 erano rare le università in cui poter apprendere i metodi di comparazione, anche perché la ricerca stessa in tal campo, era agli albori. Malinowski stesso afferma che in fin dei conti mai è riuscito per davvero a effettuare un indagine di ricerca impersonale a causa di:
1) difficoltà nello svolgere un lavoro e nella struttura stessa del suo linguaggio che gli impediva di entrare totalmente in empatia con gli indigeni:
2) la parziale immedesimazione con il nativo;
3) dunque scarsa osservazione oggettiva;
4) nessun desiderio di parità sociale.
Possiamo estendere tutto ciò all'atteggiamento dell'astrologo desideroso di scoprire altre astrologie differenti dalla sua, alla mancanza di oggettività a causa di un forma mentis preimpostata a un personale modo di vedere le cose oltre che a un modo determinato dal proprio orientamento scolastico. Sotto questo punto di vista, l'astrologo moderno non è altro che un teorizzatore più che uno sperimentatore, poiché anche le stesse sperimentazioni sono subordinate a uno studio parziale delle regole astrologiche specifiche di quell'orientamento di pensiero, e colpa anche di un atteggiamento non completamente partecipativo, sempre a causa di quello che all'inizio abbiamo definito etnocentrismo, qualcosa che in astrologia possiamo tradurre come la predisposizione egopatica a credere che il proprio modo di approcciare alla materia sia pure quello migliore. 

Questo pone in risalto come la vera ricerca astrologica sia un poco come le vecchie ricerche antropologiche mediante cui i dati venivano raccolti facendo testo ai racconti dei viaggiatori e non a una esperienza diretta sul campo. Dati di seconda mano, anche in astrologia, sono il motivo ricorrente e la "conditio sine qua non" del proprio orientamento scolastico, non un reale studio a tabula rasa, con la conseguente lacuna nel definire come i dati sono stati raccolti, e quali sono state le difficoltà in tutto ciò (e prendere in considerazione pure l'ipotesi dalla scarsa validità delle fonti).

Nasce così la monografia etnografica (così come nascono gli orientamenti scolastici in astrologia) in cui ci si concentra a mettere in risalto la componente partecipativa alla vita degli indigeni, mettendo in subordine il presupposto secondo cui la propria posizione interpretativa (data dalla propria cultura) sia una condizione privilegiata. Soltanto abbandonando l'idea di superiorità sarà possibile penetrare la cultura che si intende analizzare. Ora, questo relativismo, in campo antropologico può essere utile per comprendere le peculiarità culturali di una data tribù, ma in astrologia, secondo il mio parere, emergono problemi ben più grandi poiché la motivazione di fondo è diversa da quella: in realtà il presupposto è quello di stabilire la migliore astrologia a scopo utilitaristico, dunque funzionale all'astrologo stesso che in qualche modo deve operare, tramite la sua formazione culturale, delle scelte che possano essere il più vantaggiose possibile per rispondere alle sue necessità. 

Un altro aspetto fondamentale dell'idea di Malinowski è quella dell'analisi della società nella sua totalità da un lato, e dall'altra mette in evidenze le relazioni che intercorrono tra le diverse istituzioni. 
Alla base di questo approccio, secondo l'autore, vi sono 7 bisogni biologici (dormire, nutrirsi etc. etc.) presenti in tutte le culture e le rispettive risposte a questi bisogni, date appunto dalla cultura. Ma ne parleremo meglio nel prossimo capitolo di Antropo-Astrologia.